Segretario Antonello Concas : sede del PD
1870-1900
Negli ultimi tre decenni del secolo si forma l’economia capitalistica a livello internazionale. L‘espansione commerciale dà sviluppo alle Banche e porta alla creazione delle Borse, le quali prendono impulso dalla vitalità dei titoli ferroviari, dalla moltiplicazione delle imprese e dalla concentrazione finanziaria. Vengono costruite ferrovie, ponti e strade, si inaugura il tranvai a vapore, vengono distribuiti su larga scala la luce e il gas, costruiti gli acquedotti, sfruttate le miniere.
Mentre, fin dall’età dei Comuni, le diverse borghesie risultavano oggettivamente divise da particolari interessi (tra Paese a Paese e spesso all’interno dello stesso Paese, tra aree cittadine e rurali), quindi logorate, nonché in uno stato di guerra permanente, i lavoratori di tutto il mondo, nei fatti, non avevano altro che interessi comuni.
In questo periodo, in Inghilterra, assieme al proletariato, nasce l’aristocrazia operaia; succede cioè che gli strati operai qualificati risultano favoriti dalle condizioni di trattamento rispetto a quelli non qualificati.
In Italia, in materia di servizi e opere pubbliche fondamentali, è da registrare l’enorme disparità esistente fra il Nord e Sud del Paese. Nel 1863, ad esempio, a fronte di 67.000 km. di strade esistenti nel Centro-Nord ve n’erano solo 15.000 km. nel Sud. Anche il capitale straniero d’investimento nelle società per azioni era prevalentemente concentrato nel Centro-Nord. Secondo un’inchiesta industriale del 1876, la metà degli operai censiti risultava residente in Lombardia, mentre un quarto era insediato in Piemonte e il resto era diviso tra la Liguria e tutte le altre regioni d’Italia.
1871
Tra il 18 marzo e il 26 maggio ha luogo la “Comune di Parigi ”, primo abbozzo di Stato proletario, governo popolare e operaio.
La rivoluzione è inizialmente legata, otre che a motivi socialisti, anche alla reazione de sentimento nazionale contro la capitolazione decisa dal governo francese di fronte all’esercito tedesco.
La classe operaia parigina ripete il tentativo del giugno 1858 e conquista il potere. Viene distribuita la terra ai contadini, gli strumenti di lavoro vengono dati agli operai, il lavoro viene garantito a tutti, si realizza l’autogoverno.
La sua sconfitta risulta però inevitabile e comporta l’esecuzione sommaria di 20 mila persone da parte dell’esercito francese formato da 100 mila uomini, 38 mila arresti, 13.500 condanne e 7.500 deportazioni.
L’avvenimento di Parigi accentua, in seno alla 1a Internazionale, la frattura tra il Consiglio generale diretto da Marx e il gruppo che sostiene le posizioni di Bakunin. La rottura avviene sulla risoluzione con cui la conferenza dell’Internazionale individua nella costituzione dei partiti operai legali nazionali la condizione per la rivoluzione socialista e ne decide di conseguenza la loro formazione in ogni paese, in modo completamente indipendente dalle formazioni politiche “borghesi ”.
I bakuninisti si riuniscono quindi a congresso a Sonvilliers, nel Giura, e sconfessano le risoluzioni di Londra inviando una circolare a tutte le organizzazioni che fanno capo all’Internazionale.
Anche i tradeunionisti abbandonano l’Internazionale, non condividendo, per motivi opposti a quelli addotti dagli anarchici, la posizione da questa assunta a sostegno della “Comune di Parigi ”. Questa ulteriore defezione rappresenta un duro colpo inferto alla forza e al prestigio dell’organizzazione.
In Francia viene costituita l’ Opera dei circoli cattolici operai.
A riguardo della crisi dell’Internazionale, in Italia, con la sola eccezione del gruppo de “La Plebe ” di Lodi, tutta la stampa internazionalista si schiera a favore dei bakuninisti.
Mentre Mazzini prende una posizione di decisa ostilità contro la “Comune di Parigi ” e contro l’Internazionale, le Società e i circoli operai si raccolgono in avverse schiere, chi con Mazzini, chi con Bakunin, il quale ovviamente la difende e alla fine è questi ad avere la meglio.
Andrea Costa sosterrà al congresso di Ginevra del ‘73 che in Italia l’Internazionale non esisteva prima della “Comune di Parigi “ e che la Sezione si era costituita solo dopo che Mazzini aveva insultato gli operai parigini.
A Roma si svolge il 12° congresso delle Società operaie. Ad essere rappresentate sono solo 153 società, mentre le componenti di sinistra e di destra scelgono la strada dell’astensione. Si registra così la scissione tra internazionalisti e mazziniani e, di conseguenza, viene decretato il fallimento del “Patto di fratellanza ”, cioè viene in sostanza vanificato il progetto di unificazione nazionale del movimento operaio perseguito da Mazzini.
Il colpo di grazia al mazzinianesimo lo aveva però già dato la “Comune di Parigi ” stessa facendo correre su tutte le bocche il nome dell’Internazionale fino ad allora quasi sconosciuto. In Italia, infatti, Bakunin potè largamente profittare di questa improvvisa ondata di internazionalismo che si identificò con l’anarchismo, senza che i più si rendessero conto di questa fortuita associazione.
E’ appunto a partire dalla seconda metà del ‘71 che ha inizio una reale influenza di Bakunin in Italia, all’indomani cioè della frattura in seno alla 1a Internazionale e dell’atto di nascita del movimento anarchico: la Federazione Giurassiana.
A parere di molti osservatori e storici, l’influenza anarchica ha trovato un terreno favorevole per il suo sviluppo in Italia (come del resto in Spagna) in forza delle condizioni di particolare arretratezza della struttura produttiva.
Culla del movimento operaio socialista, in Italia, saranno l’Emilia e la Romagna.
Il vero e proprio atto di nascita del movimento internazionale italiano può essere datato 27 novembre ‘71, giorno di fondazione del Fascio Operaio di Bologna e occasione in cui si mette in evidenza il giovane imolese Andrea Costa.
1871-1872
Nella corrispondenza con Marx ed Engels, gli internazionalisti italiani (cioè gli anarchici) respingono la tesi secondo cui il fattore decisivo per assicurare il trionfo della classe operaia consisterebbe nella formazione del partito politico. Nel concetto e nella struttura di partito essi ravvisano infatti una sorta di quella dittatura mazziniana dalla quale si sono a fatica staccati.
1872
Il quinto congresso dell’Internazionale si svolge in Olanda, all’Aja, e vede la maggioranza dei “politici o unitari ” contrapposta agli “astensionisti o federalisti ”. Viene riaffermato il principio secondo cui la conquista del potere politico è il “primo dovere del proletariato ”. Gli anarchici sono ormai già staccati dai socialisti e questa rottura segna di fatto il declino dell’Internazionale la cui sede, non a caso, viene trasferita formalmente a New York dove risulta concentrato un consistente gruppo di socialdemocratici tedeschi emigrati. Va ricordato, al riguardo, che tra gli emigrati e i profughi politici approdati negli anni precedenti nel nuovo continente, forte era la tendenza a riprodurre in quella nuova realtà tematiche, discussioni e controversie che erano caratteristiche del socialismo europeo. Di fatto, però, lo spostamento della sede non ebbe alcuna conseguenza pratica sul piano operativo.
“Al Congresso dell’Aja – scrive Engels – l’Internazionale (che lui definiva “una bolla destinata a scoppiare ”) era, ormai, inquinata dalle più traviate e corruttrici tendenze… se ci fossimo condotti (comportati) da conciliatori, i settari, cioè i bakuninisti, avrebbero avuto per un anno tempo di fare in nome dell’Internazionale sciocchezze e infamie ancor più grandi ”.
All’Aja, infatti, viene decretata l’espulsione di Bakunin e di James Guillaume. Essi contano su 25 delegati, dei 65 componenti l’assise, i quali si riuniscono subito in un proprio congresso (definito “anti-autoritario ”) a Saint-Imier (in Svizzera) dove fondano la loro Internazionale. Sono presenti sezioni italiane e spagnole, gruppi di operai belgi e lassalliani tedeschi.
I delegati italiani presenti alla fondazione dell’Internazionale anarchica sono sei (Cafiero, Costa, Fanelli, Nabruzzi, Malatesta e lo stesso Bakunin) e ciò è dimostrativo di come, in Italia, siano prevalenti le dottrine e le tendenze spontaneiste.