Tema della riflessione: (Parte 2)

       “Il faticoso cammino del movimento socialista
e la mancata rivoluzione in Occidente”.

Seminario tenuto da Vittorio Moioli
Settembre 1998

Nella sede del PDS di Pioltello Segretario Antonello Concas

1849

A Brescia si svolgono le “dieci giornate” nel corso delle quali perdono la vita numerosi  muratori, tipografi, vetturali, falegnami, calzolai, sarti e cucitrici.

A Pinerolo sorge la Società Generale degli Operai la quale rappresenta il primo germe della cooperazione di consumo.

Prima della fine del ‘49 , in Italia come nel resto d’Europa, il grande movimento insurrezionale subisce una sconfitta.

Inferocite per il pericolo corso, le forze reazionarie non si limitano a ripristinare la situazione antecedente al ‘48, ma la aggravano con una serie di misure tendenti a rendere più solido il loro dominio.

Unico tra gli Stati italiani, il Piemonte non si presta alla reazione che imperversa ovunque, anzi accoglie gli esuli politici diventando così centro di organizzazione delle forze impegnate nel conseguimento dell’unità.

Gli strati popolari risultano però tagliati fuori da questo blocco politico. Il popolo non sembra avere infatti ancora coscienza della sua funzione autonoma nei confronti della borghesia la quale, nonostante fossero i lavoratori e i popolani a scendere in piazza, rimase classe dirigente del movimento quasi ovunque.

In Piemonte, i liberali accrescono il loro prestigio approvando leggi limitative dell’influenza clericale e abrogando le pene che i cittadini subivano allorquando non partecipavano alle funzioni religiose. Hanno così inizio quelle lotte tra lo Stato liberale e la Chiesa che si protrarranno per molti anni.

Il Vaticano, da parte sua, diventa sempre più fieramente reazionario.

1850

Si riuniscono a Torino i rappresentanti delle Società di mutuo soccorso di Pinerolo, Cale, Tortona, Novi Ligure e Torino. Esse costituiscono la prima formazione operaia moderna, loro compito istituzionale è l’assistenza esercitata per mezzo della solidarietà.

Giuseppe Ferrari e Carlo Pisacane rappresentano l’unico socialismo risorgimentale di cui si possa parlare negli anni successivi alla sconfitta dei moti del ‘48.

1852

Lo Stato Pontificio, dietro l’incalzare del processo di industrializzazione, ricostruisce i corpi d’arte e mestieri. Già nel medioevo la Chiesa aveva dominato il mondo del lavoro attraverso le corporazioni che vennero soppresse nel 1801, proprio perché considerate un’ostacolo allo sviluppo dell’industria.

1853

Viene costituita a New York, negli Stati Uniti, l’American Worker’s Alliance (Alleanza dei lavoratori).

Il 1° congresso delle Società operaie di mutuo soccorso si svolge ad Asti. Sono presenti 30 Società di cui 4 femminili. L’assise delibera di richiedere al governo l’istituzione delle scuole serali e domenicali; di sancire nel regolamento di ogni Società operaia l’obbligo per ogni socio di frequentarle; di presentare petizioni al parlamento, al governo e ai municipi per l’estensione dell’istruzione elementare; di incoraggiare con premi ai padri di famiglia la frequenza delle scuole elementari da parte dei fanciulli. Vengono inoltre affrontate le questioni dell’invalidità e della vecchiaia e dell’assistenza alle vedove e agli orfani degli operai. Una commissione viene incaricata di studiare la possibilità di fondare casse di pensione e asili di ritiro per gli invalidi al lavoro.

Nelle industrie tessili, le più sviluppate a quel tempo in Piemonte, le ore di lavoro giornaliere vanno da un minimo di otto (orario che si riscontrava solo in casi eccezionali) a un massimo di tredici-quattordici (caso invece che costituiva la normalità) e si fa largo impiego del lavoro dei fanciulli.

Su questi problemi e sul modo di affrontarli, già nel primo congresso delle Società operaie si discute molto; si tratta di una discussione che seguiterà a riproporsi per decenni in quasi tutti i congressi operai.

Mentre ad Asti è in corso il congresso, giunge notizia di manifestazioni contro il governo che si stavano svolgendo a Torino. Viene allora votato un ordine del giorno in cui i congressisti dichiarano di “disapprovare siffatte manifestazioni ”.

1854

2° congresso delle Società operaie di mutuo soccorso ad Alessandria. Il numero delle società aderenti sale a cinquanta.

A maggioranza viene deciso che le Società operaie non devono ingerirsi “in atti di pertinenza del governo ”. E’ questa una formula che verrà usata ogni qualvolta nei congressi verranno sollevate questioni di carattere politico. Viene altresì proposto di estendere il principio cooperativo al settore edilizio per risolvere la questione delle abitazioni. Si tratta dei primi tentativi di realizzare un cooperativismo di produzione il cui scopo, o ambizione, è quello di voler emancipare gli operai dal capitale, rendendo così loro stessi capitalisti attraverso le loro associazioni.

Seppure queste Società siano operaie, ai loro congressi, salvo la presenza di qualche artigiano, partecipano quasi esclusivamente esponenti intellettuali. Vano sarebbe stato il tentativo di trovarvi una rappresentanza diretta dei lavoratori manuali. Nel loro seno, infatti, hanno peso i “soci onorari ” che sono “borghesi “, i quali pagano la quota di associazione e non ricevono i sussidi e hanno quindi una veste di patroni e benefattori. Queste organizzazioni risultano dunque oggettivamente influenzate e condizionate dal paternalismo progressivo dei liberali.

1855

Partecipazione del Piemonte alla guerra di Crimea.

3° congresso delle Società operaie di mutuo soccorso a Genova.

1856

Le filande lombarde sono 3.088. Nel corso di mezzo secolo esse hanno raddoppiato l’impiego della manodopera: da 33.000 occupati si è passati a 78.000 di cui la metà sono ragazze.

4° congresso delle Società operaie a Vigevano.

Ad Altare (Savona), 86 operai costituiscono la prima cooperativa di produzione.

1857

Spedizione suicida di Carlo Pisacane a Sapri contro i borboni. 

5° congresso delle Società operaie di mutuo soccorso a Voghera. In apertura, Giovanni Mollino, presidente della Società di Voghera, afferma: “Non sono le leggi agrarie, non i falansteri dei comunisti che possono rendere felice l’operaio, né altre esagerazioni di tal fatta… ”.

Nei congressi piemontesi, sulla componente filo-governativa, che avrebbe voluto limitare l’attività delle società operaie al campo puramente assistenziale, e su quelle radicali, mazziniane o addirittura socialisteggianti,  prevaleva un illuminato paternalismo liberale.

1858

Accordo di Plombières tra Cavour e Napoleone III che prevede l’allontanamento dell’Austria dal Lombardo-Veneto e la creazione di tre regni ciascuno dei quali avrebbe occupato una delle grandi sezioni geografiche della penisola (il nord, il centro e il sud) lasciando al papa la sovranità di Roma.

6° congresso delle Società operaie di mutuo soccorso a Vercelli.

1859 

Sollevazioni patriottiche in Italia.

Con la 2a guerra d’indipendenza, che ha termine con la pace di Zurigo, la Lombardia viene annessa al Piemonte. A favore di questa annessione si pronunciano le assemblee dell’Italia centrale che sono elette su base rigidamente censitaria. Si compie così un passo decisivo verso l’unificazione.

7° congresso delle Società operaie di mutuo soccorso a Novi Ligure. Ad esso partecipa una rappresentanza delle società operaie milanesi che viene accolta da un entusiasmo generale. Quando viene proposta l’apertura di una sottoscrizione per “il milione di fucili  “ lanciata da Garibaldi, Stefano Boldrini esprime la sua opposizione denunciando il carattere politico della proposta. Nonostante questa avversione, alla fine la proposta viene approvata.

A Torino nasce la cooperativa di produzione Stamperia dei Compositori.

1859-1860

Tra l’ottobre 1859 e l’ottobre 1860, in Italia,  avviene la fusione doganale di tutto il paese e l’economia supera finalmente le vecchie barriere aprendosi alla complementarietà e alla specializzazione internazionale. Gli uomini della destra liberale, i quali hanno svolto un’energica azione economica ai fini del conseguimento del mercato nazionale, ottengono così l’agognato successo.

1860

I rivolgimenti avvenuti nell’economia mondiale hanno fatto sì che nel ‘60 il commercio internazionale raggiungesse la cifra di 30 miliardi di marchi. Si tenga presente che nel 1800 il giro degli scambi ammontava a soli 6 miliardi e che nel 1850 raggiungeva i 17.

In Inghilterra le Società di mutuo soccorso vantano la loro sede principale a Londra e la loro organizzazione poggia già su una complessa impalcatura burocratica.

In Germania, dopo il ‘60, si diffondono le Banche Popolari dello Schultze, le Casse rurali del Raiffeisen, le cooperative di consumo del Huber, cioè tutti filantropi conservatori. Ai fini dell’insegnamento professionale sorgono anche le società per la cultura degli operai.

Su iniziativa del vescovo di Magonza, il barone Ketteler, intenzionato a rafforzare l’egemonia sui lavoratori, a partire dai primi anni ‘60, specie in Renania, sorge una intensa rete organizzativa del movimento cattolico. Per Ketteler la questione operaia non è una questione di diritti degli operai, ma una “questione di carità ”. Egli si propone di attirare alla Chiesa le masse per farsene forza contro lo Stato e, blandendo nello stesso tempo il principio corporativo, tenta di opporre una diga al crescente movimento operaio marxista.

In Italia avviene l’annessione al Regno di Sardegna della Toscana, dei Ducati emiliani e delle Legazioni. Essa viene preceduta da plebisciti accuratamente preparati.

Da Genova parte la spedizione dei Mille. Giunto ad Alcamo, in Sicilia, Garibaldi emana prima il decreto di abolizione della tassa sul macinato, poi quelli riguardanti la spartizione delle terre comunali tra i contadini e la divisione dei beni ecclesiastici. A questi provvedimenti seguiranno successivamente le spedizioni punitive dell’esercito piemontese contro i contadini meridionali alle quali parteciperà lo stesso garibaldino Nino Bixio. Dopo le repressioni del movimento democratico nelle campagne verrà restaurato l’ordine.

La borghesia, nel corso del “risorgimento “, non rompe affatto con le vecchie forze feudali, ma scende a compromesso con una parte di esse, in particolare con i grossi proprietari terrieri del Sud. La famosa frase che Tomasi di Lampedusa mette in bocca al giovane Tancredi nel “Gattopardo ” (”Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi ”) esprime assai bene ciò che di fatto avvenne in quegli anni. Si tenga presente che nel periodo in cui si realizza l’unificazione d’Italia gli elettori sono un numero esiguo, appena 600.000, e solo il 60% di essi si reca alle urne.

A differenza di altri Stati europei, in Italia il progresso economico incontra maggiori difficoltà e anche per questa ragione i contrasti di classe divengono necessariamente più aspri. 

8° congresso delle Società operaie a Milano.

Nella sala in cui ha svolgimento viene esposto uno striscione che recita: “A voi che col core, la mente incoraggiate l’industria, assicurate il lavoro, l’operaio solerte, riconoscente ”, il che voleva essere un atto di ossequio nei confronti della borghesia.

Al congresso si discute delle condizioni igieniche nelle fabbriche, degli scioperi, dell’arbitrato nelle vertenze fra operai e padroni, della base professionale e dell’organizzazione delle stesse società operaie. Pur non approvando le multe propinate dai padroni in occasione delle agitazioni operaie, il congresso giudica lo sciopero una forma di lotta immorale ed esprime il voto che questa “calamità ” (cioè lo sciopero) venga a cessare “mercé il progresso dell’istruzione dell’operaio ”. Quanto al suo miglioramento materiale, l’idea fondamentale che anima i congressisti è quella di far salire “poco alla volta l’operaio al grado di capitalista ” per mezzo del credito, del risparmio e della associazione.

Il congresso esprime il voto che sia riformata la legge elettorale in modo che la classe operaia abbia la giusta parte nella nomina dei deputati.

Tutti i congressisti si esprimono per un omaggio a Vittorio Emanuele e per un elogio a Garibaldi “invitto capitano, sorto dalle file del popolo a capo d’imperterriti volontari ”. L’assise si chiude con un impegno di patriottismo e di lealismo monarchico da parte degli operai.

1860-1865

In questo quinquennio, in Italia, sorgono il Lanificio Rossi di Schio, il Cotonificio Cantoni, il Linificio e Canapificio Nazionale, la Richard Gnori, la Pirelli, la Cirio. Non si può comunque ancora parlare di una struttura industriale organizzata giacché il decollo industriale del Paese avrà luogo più tardi, cioè verso la fine del secolo.

Nel ‘60 cinque banche, tra quelle degli ex Stati, vengono promosse a istituti di emissione su base nazionale. Esse sono: la Banca Nazionale del Regno d’Italia, la Banca Nazionale Toscana, la Banca Toscana di Credito, il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia. E’ da notare l’assenza di istituti di credito del Nord.

1861

Il 14 marzo viene proclamato il regno d’Italia. Il 17 marzo Vittorio Emanuele II diviene re. Con la realizzazione dell’unità d’Italia il compromesso tra i gruppi dirigenti borghesi e le classi reazionarie rurali viene perfezionato.

Immediatamente dopo l’unificazione vengono avanzate proposte di decentramento amministrativo tendenti a garantire le autonomie a livello locale e regionale, ma queste istante vengono affossate e al loro posto viene adottato un progetto di accentramento che poggia sulla istituzione del prefetto. Tutti i responsabili locali dell’amministrazione scolastica diventano di nomina regia e nel sistema giudiziario al pubblico ministero viene fatto assumere un ruolo simile a quello svolto dal prefetto nell’ambito amministrativo. Viene anche introdotta la leva obbligatoria.

9° congresso delle Società operaie a Firenze.

Nell’assise si fronteggiano due tendenze ben definite: i mazziniani, decisi a dare battaglia per portare il movimento operaio sul terreno dell’opposizione politica, e l’ala più conservatrice dei moderati piemontesi, decisa invece a mantenere fuori della politica le società operaie.

Mazzini, da Londra, accetta la carica di presidente o di socio onorario di molte società operaie, dal momento che a lui preme la costituzione di un’organizzazione operaia unitaria nazionale, in funzione antimonarchica e antigovernativa.

L’assemblea congressuale, nonostante i democratici continuino a considerare “funesto per gli operai ogni sciopero e ogni mezzo violento ”, fa proprie due rivendicazioni fondamentali: l’aumento dei salari e la riduzione delle ore di lavoro, congiuntamente, e poi il principio che “le questioni politiche non sono estranee ” alle società operaie. Questo però avviene quando già più della metà dei delegati ha abbandonato i lavori. Si verifica a quel punto la prima scissione nella storia del movimento operaio. I democratici mazziniani strappano il consenso della maggioranza dei presenti su due questioni fondamentali: l’unificazione delle società operaie in un organismo a base nazionale e la rivendicazione del suffragio universale. Oltretutto, essi riescono a far adottare dal congresso “I doveri  dell’uomo ” di Mazzini.

Ribadita la condanna dello sciopero, i conflitti di lavoro, a parere dei congressisti,  avrebbero dovuto essere risolti da un collegio di “uomini probi ”. Si faceva così avanti la speranza che, fatta l’Italia, anche la “questione sociale ” avrebbe potuto essere risolta pacificamente. La vittoria dei mazziniani, in quell’occasione, era dunque stata completa.

La società operaia di Torino, dissidente, dirama a quel punto un appello che definisce “nullo e illegale ” il congresso di Firenze. I moderati piemontesi si riuniscono quindi in congresso ad Asti, ma anziché decretare la rottura, tornano opportunisticamente a riaggregarsi alla “congrega ” mazziniana.

Nel Mezzogiorno d’Italia, intanto, spodestato il Borbone e minacciato il potere del Vaticano, attraverso lo sfruttamento della miseria contadina e l’utilizzo dell’atavica protesta delle popolazioni contro l’ingiustizia, la corruzione e la prepotenza viene alimentato il brigantaggio.

1862

In Germania, Ferdinando Lassalle dà vita a un movimento operaio organizzato. Le sue posizioni sono essenzialmente riformiste e confidano nel paternalismo dello Stato prussiano.

In Italia, l’analfabetismo risulta elevatissimo: su 23 milioni di abitanti, 17 milioni non sanno né leggere né scrivere. Il fenomeno investe il 47% dei piemontesi, il 57% dei lombardi, l’88% dei napoletani e il 92% dei siciliani.

L’incontro tra Nord e Sud, determinato dall’unificazione, si traduce di fatto in uno scontro fra due mondi profondamente diversi per struttura economica e per mentalità sociale. Il divario, infatti, affonda le sue radici molto indietro nel tempo.

Lo Stato  – scrive Guido Dorso – non si formò negli animi dei cittadini, per poi affiorare, a mano a mano che la maturazione si completava, ma si estese dal Piemonte alle altre regioni italiane, attraverso una serie di aggiramenti, di compromessi ”.

Nei governi dei primi anni del regno non solo mancò il coraggio di gettare le basi di una solida finanza che creasse un grande mercato, ma addirittura un qualsiasi intuito di politica economica.

Le Società di mutuo soccorso sono diventate 408. All’indomani dell’unificazione, infatti, esse subiscono un notevole incremento e gli aderenti non mancano di portare in esse la problematica delle loro condizioni di lavoro, soprattutto relativamente alle questioni del salario e dell’orario.

La classe operaia inizia così la trasformazione delle Società di mutuo soccorso in “leghe di resistenza ”. Lo sciopero diventa un mezzo ordinario di lotta e la lega è chiamata a fornire agli operai i mezzi per resistere alla disoccupazione imposta dalle agitazioni.

1863

Il 10° congresso delle Società operaie si svolge a Parma. Nel corso della sua preparazione i moderati scatenano un’offensiva e invitano le Società operaie a disertare l’assise. Di fatto, all’appuntamento si presenta solo la metà delle organizzazioni e mentre si determina in via definitiva la scissione che già si era delineata al congresso di Firenze, per i mazziniani quella conseguita due anni prima si rivela una vittoria di Pirro.

1864

In Germania si riuniscono a congresso gli operai socialisti.

Il 28 settembre a Londra, in una riunione che si tiene nella Saint Martin’s Hall, Long Acre, su iniziativa del London Trade Council e del Comitato Operaio di Parigi, viene costituita la 1a Internazionale. Vi  partecipano, oltre agli inglesi e ai francesi, i rappresentanti tedeschi, italiani, svizzeri, irlandesi e polacchi. La maggioranza dei presenti è costituita da esiliati.

Marx, invitato a partecipare in rappresentanza degli operai tedeschi, indica un operaio come oratore al comizio mentre egli assiste “come personaggio muto ” (così riferirà Engels nei suoi resoconti). Sarà comunque lui a redigere l’indirizzo e lo Statuto.

Accanto alla corrente tradeunionista convivono quella marxiana, appunto, e poi quella proudhoniana e quella anarchica.

Prendendo visione del Regolamento delle Società Operaie italiane, Marx definirà queste organizzazioni delle “beneficae societates ”.

Michail Bakunin si trasferisce in Italia. Il capo degli anarchici considera la proprietà privata come una conseguenza dell’autorità dello Stato, perciò propone la lotta “sociale ” ed esclude la lotta “politica ”. Di lui si dirà che “disprezza ogni dottrinarismo e non conosce che la scienza della distruzione; ignora la classe operaia e confida invece sulla rivolta contadina. Non a caso egli fa l’apologia del brigantaggio ”.

In Italia, si registrano agitazioni e scioperi a cui, per lo più, le società operaie si rivelano estranee. Queste lotte, infatti, sono il frutto dell’iniziativa spontanea delle masse lavoratrici e dimostrano la vitalità della classe operaia. Col crescere del movimento le Società di mutuo soccorso si trasformano sempre più in leghe di resistenza, anzi, come tali ne crescono di sana pianta.

11° congresso delle Società operaie a Napoli che è scarsamente frequentato e nel corso del quale viene approvato lo statuto, cioè il famoso “Atto di fratellanza delle società operaie italiane ”. Passeranno sette anni prima che si celebri il congresso successivo.

1865

Si verifica il colera che provoca molti morti fra gli strati sociali più poveri.

1866

A Ginevra si svolge il 1° congresso dell’Internazionale comunista in occasione del quale si verifica il contrasto tra le posizioni dei proudhoniani e quelle di Marx.

In Germania, in forza di un calcolo “bonapartistico ” di Bismarck, viene introdotto il suffragio universale.

A Baltimora, negli Stati Uniti, nasce la National Labor Union, prima organizzazione degli operai americani con carattere spiccatamente riformista.

Terza guerra d’indipendenza. Il Veneto  viene annesso all’Italia.

1867

Secondo congresso dell’Internazionale a Losanna nel quale l’opposizione dei proudhoniani nei confronti di Marx prende ulteriore consistenza.

Pubblicazione del primo libro de “Il capitale ”.

1868

In settembre, a Bruxelles, ha luogo il 3° congresso dell’Internazionale.

Superato ormai il periodo formativo, essa è divenuta una grande organizzazione e punto di riferimento di un attivo movimento operaio internazionale.

In questo congresso, i marxisti sconfiggono i proudhoniani sulla politica agraria: mentre i primi combattevano il modo di produzione contadino, causa la sua scarsa efficacia, e perseguivano la nazionalizzazione della terra, questi ultimi consideravano ideale la forma di vita del contadino; per loro, il fatto che questi producesse il suo grano con più lavoro di quello impiegato dalla grande azienda, perdeva importanza in confronto agli alti valori morali di quella forma di vita.

Due mesi prima, Bakunin aveva dato l’assalto al “comunismo autoritario tedesco ”, rappresentato soprattutto da Marx, ma il suo tentativo si era rivelato un insuccesso. Non rassegnato, egli fonda l’Assemblea Internazionale della Democrazia Socialista, che ha sede a Ginevra, nel cui seno si sviluppa una setta massonica: l’Alleanza Fraterna Segreta o Fratellanza Segreta. Questa setta, presente soprattutto in Svizzera, vanta importanti diramazioni in Italia e in Spagna.

Il governo italiano ripristina ed estende su tutto il regno la tassa sul macinato che Garibaldi aveva soppresso. Esplode il malcontento popolare che si manifesterà anche nel corso del ‘69.

A Bologna scoppia il primo sciopero generale di protesta con serrata dei negozi e subito questo esempio viene seguito in altre città.

Il carattere di classe del nuovo Stato si esprime anche con la repressione delle proteste popolari: nell’anno si contano 257 morti, 1099 feriti, 3788 arresti.

1869

Quarto congresso, a Basilea, dell’Internazionale che è al culmine della sua forza. In quest’assise esplode il dissenso tra Marx e Bakunin. La corrente anarchica capeggiata da quest’ultimo, la cosiddetta “Alleanza della democrazia socialista ”, si ribella al Consiglio di Londra.

L’anarchismo di Bakunin rifiutava la lotta politica organizzata e puntava sull’iniziativa di gruppi che, per mezzo della violenza e del terrorismo, avevano il compito di sovvertire il sistema esistente.

Bakunin teorizzava la separazione della lotta economica dalla lotta politica; lo Stato non era, a suo dire, lo strumento di dominio della classi dominanti, ma al contrario lo stesso capitale aveva origine dall’oppressione statale. Tutta la sua predicazione rivoluzionaria si basava quindi sulla necessità di distruggere lo Stato, di non riconoscerlo e di non partecipare alle lotte politiche.

Bakunin vuole che venga sancita l’abolizione del principio di ereditarietà, mentre Marx la ritiene inutile perché, a suo giudizio, è la proprietà privata che deve essere pregiudizialmente eliminata. La tesi di Bakunin prevale tra i congressisti senza però ottenere ufficialmente la maggioranza.

Ad Eisenach, in Germania, viene fondato il Partito socialdemocratico tedesco che risulta essere il primo partito operaio nazionale.

A Filadelfia, negli Usa, sotto forma di setta, nasce il Nobile Ordine dei Cavalieri del Lavoro.

In Italia, intanto, le Società di mutuo soccorso sono diventate 771. Di riscontro alla crisi di egemonia del mazzianesimo, che dopo aver debellato il predominio dei moderati era rimasto momentaneamente “padrone del campo ”, si fa avanti un altro ben più temibile soggetto politico destinato a influenzare le Società operaie: il movimento bakuninista.

1870

In Spagna viene fondata l’Alleanza della democrazia socialista (internazionalisti) che è legata all’alleanza bakuniniana.

Il Vaticano proclama l’infallibilità del Papa.

Il 20 settembre Roma viene conquistata dai bersaglieri dell’esercito italiano e diventa capitale d’Italia. Con la caduta di Roma ha termine il potere temporale  della Chiesa cui aveva dato il colpo di grazia, prima ancora dei cannoni, lo sviluppo del capitalismo operando come un esplosivo sul suo Stato feudale.

Compiuta l’unità d’Italia, il Vaticano cerca di disgregare dall’interno il nuovo Stato, raccoglie intorno a sé le forze dell’aristocrazia nera, proprietaria di enormi estensioni di terra, svolge un’intensa azione diplomatica anti-italiana, proibisce ai cattolici di partecipare alle elezioni e alla vita politica nazionale e fa propaganda di rivolta contro il nuovo assetto istituzionale tra le masse più arretrate dei contadini.

Vittorio Emanuele II viene scomunicato da Pio IX.

Messa con le spalle al muro da tale politica, la borghesia italiana si presenta, inizialmente e per reazione a queste posizioni della Chiesa, come laica e anticlericale. Allorché però il movimento proletario e socialista si fa minaccioso, si creano le condizioni per un avvicinamento tra nuovi e vecchi gruppi dirigenti, quindi tra clericali e liberali.

Il papa si rende conto del pericolo “rosso ” e si affretta a condannare il movimento operaio con un’enciclica che si scaglia contro le “associazioni sovversive che vogliono distruggere religione, famiglia, Stato e società civile ” e che rappresenta la premessa per il varo, vent’anni dopo e per mano di Leone XIII, della più nota enciclica antisocialista “Rerum Novarum ”.

1870-1890

In Russia nasce, negli anni ‘70, il “populismo classico ” e il rifiuto dello sviluppo capitalistico diviene un dogma per gran parte della gioventù rivoluzionaria russa.

Agli inizi degli anni ‘80 i primi marxisti russi, con in testa Plechanov, che ne è il padre, polemizzano con i populisti e difendono il progresso capitalistico in quanto fase necessaria di evoluzione. I populisti considerano questi marxisti come apologeti camuffati dei capitalisti.

Il populismo russo, che non a caso ha inizio proprio dopo la pubblicazione in Russia del primo libro de “Il capitale ”, dovuta grazie agli stessi populisti, è in sostanza una risposta al pensiero socialista occidentale.

Di fronte al suo sorgere, Marx si pone nuovi interrogativi e il suo stesso pensiero subisce un cambiamento di prospettive.

In funzione reagente alla “minaccia marxista ”, in questi due decenni si sviluppa in Europa un vasto movimento sociale cattolico il quale fermenta a seguito degli scritti di Volgesang in Austria, di La Tour du Pin in Francia e di Giuseppe Toniolo in Italia. ……...Continua